P. Franko Laudani, missionario Comboniano, a servizio dei Pigmei nella diocesi di WAMBA - RDCongo

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Saluti
P. Franko

martedì 28 settembre 2010

Rapporto safari: da Mungbere il 27 settembre

Carissimi,
eccovi un piccolo resoconto dei primi due Safari nella parrocchia di Mungbere dopo 12 anni di assenza.
Sono entrato per due settimane sulla strada “peggiore” della parrocchia: il problema principale logistico sono i tunnel di bambù da ambedue i lati e i ponti. Quanto ai primi, i pigmei in particolare hanno disboscato magnificamente meglio che per un capo di collettività locale! I primi 15 km hanno buche e fango, eredità lasciata dai camion della piantagione di Tondi: un affare di 35 anni fa (la piantagione non esiste più), mai riparato, perché questa gente è abbandonata a se stessa; esiste solo per le tasse e lo sfruttamento da parte delle autorità. Del resto la gente restava meravigliata di vedere una macchina passare per la loro strada (dopo 12 anni!). Per i ponti invece ho dovuto penare: avevano riparato qualcosa alla maniera loro (passano solo bici e qualche moto), lavoro fatto dai pigmei. Appena arrivato io, ecco che i tronchi cedono o si aprono. Sull’ultimo ponte abbiamo lavorato tre giorni per rimpiazzare bene i tronchi e poter passare: la macchina era paurosamente piegata da rovesciarsi in acqua. Abbiamo dovuto costruire un muro sotto le ruote per poterne uscire indenni, grazie a Dio. Al ritorno per i 35 km ho impiegato soltanto (!) 4 ore, col tempo impiegato ad uscire da un ponte dove si era rotto un tronco passando e per infilarmi sotto un albero buttato dal vento sulla strada la sera precedente. Rally e corse organizzate in EU non trovano paragoni sul nostro territorio!

L’incontro con la gente e con i pigmei: soltanto meraviglioso, nella loro semplicità e povertà. Un’accoglienza da commuovere. Raramente ho mangiato “mbinzu” (= bruchi) a Maboma, ma come li ho gustati a Dimba mai sperimentato. Qui abbiamo messo su una classe ORA 1 per i più piccoli. A Enzia abbiamo trovato un grosso problema: una mamma pigmea è sotto cura di un “ngangankisi” (medico tradizionale) ed è quasi in fin di vita. Ci mettiamo d’accordo per portarla al nostro ospedale Anoalite di Mungbere, ma il fattucchiere chiede di essere pagato e di fare le sue ultime abluzioni sull’ammalata. “Vedi, padre, i “-filili- (fischietti magici del malocchio), che ho tirato fuori dal suo corpo ? io sono un vero medico”, e mi mostra un documento firmato dalle autorità. Alle analisi fatte all’ospedale, la mamma è stata trovata con un’ “anemia tossica” dovuta ai trucchi somministrati da quel fattucchiere – e ancora dopo due trasfusioni fa difficoltà a riprendersi. Mi dicono che più avanti c’è un altro pigmeo grave e un bebè a cui è morta la mamma (moglie del pigmeo malato)! Qui i guai si assommano, non c’è mai un problema senza “annessi”! Il viaggio della prima settimana è un ritorno da “ambulanza” di pronto soccorso. Il bebè ( è una bambina di 2 settimane) nell’incubatrice ora va bene, e anche il papà migliora: vedremo come trovare una nuova “mamma” che la allevi/educhi!

Che dire sulla scuola ? su 35 km non esiste una scuola e c’è solo un dispensario senza medicine. Lo Stato chiede tasse ai genitori per la scuola, ma non dà nessun aiuto, perché “non riconosciute” (chi accetta per un salario di fame e insicuro di entrare su quella strada?). Tutto pesa sui genitori, che, qui effettivamente, mancano di liquidità perché non c’è alcun commercio. Come vendere le banane, da trasportare per 20-30 km sulla schiena ? I soldi da sborsare non sono soltanto per il maestro che insegna (senza essere pagato dallo stato) ai bambini, ma “per lo stato” : niente resta a servizio della scuola. Per questo nessuno si mette al lavoro per rifare/riparare le aule scolastiche … e i bambini restano sulla strada – da un mese senza lezioni. Un popolo emarginato, sfruttato e “senza speranza”. Lo Stato si scarica dei suoi impegni e lascia la gente nella miseria senza pietà. Mi sembra di essere nell’”Italia di oggi” con la scuola: questa gente (gli statali) imparano “bene” da noi “evoluti”, perché a tutti loro serve una classe di “ignoranti e di servi della gleba!” Il nostro impegno è difficile e rischioso. Difficile, perché troviamo persone scoraggiate e impotenti a rimediare: il nostro “Vangelo ai poveri” non può diventare rivoluzione armata, sarebbe un’ecatombe proprio per i poveri (ne abbiamo avuto esperienza per dodici anni). Rischioso: perché fai ombra al “potere” e manchiamo di leaders locali, “disposti” a organizzare la popolazione. Le risorse locali enormi, restano nelle mani di pochi e vanno all’estero. Niente è “Made in RDCongo” per il bene del Paese. La soluzione non è soltanto locale: c’è un mondo che strozza il povero; le Nazioni emergenti in Africa hanno “dominatori” per capi e non “promotori” di benessere, inoltre sono “manipolati” a livello internazionale da altri “poteri”. Per quanto tempo ancora ? In EU come qui in Africa si impone un cambiamento di mentalità non governata dagli interessi economici, come se fossimo solo creature (?!) da nutrire bene … e assicurate, ma gente capace di DONO gratuito, per “un mondo di tutti”, per una felicità “comune”. Ditemi un po’ chi ci potrà dare i “princìpi” guida per questa meta, da impegnarci a creare “qui”, come anticipo e segno della “vera” felicità in Dio.
Perdonatemi la predica. Ma è solo questo il motivo per restare tra i poveri: dare loro una speranza che “insieme” possiamo, anche se nel nostro “poco”, dare felicità a chi soffre e motivare la sua e nostra condivisione. Alla prossima puntata.
Ancora sono in via di conoscenza di ciò che è stato fatto. Vedremo dopo Natale, quale impegno riusciremo a programmare per una continuità di sviluppo e di annuncio del Vangelo tra i pigmei di Mungbere. Resta in progetto pure di ragguagliarvi dell’andamento del Collegio-CAMPUS BAKANJA.
Intanto grazie a tutti voi. Il Signore ci protegga.
A voi, vostro
p. Franko

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